domenica 12 aprile 2015

Le relazioni come risorsa: 19 marzo 2015


La relazione in famiglia.
Difficoltà e risorse fra genitori e figli

Relatore: Francesco Milanese (mediatore famigliare)

 

Se non si parte, non si può tornare
La vita di ognuno di noi è una storia, un cammino che ci porta dalla passiva accettazione del rapporto con i genitori, e con la madre in primis, che soddisfano i bisogni del bambino durante l’infanzia, alla maturazione dell’identità personale, che si realizza attraverso perdite e acquisizioni . Infatti non si può crescere se non si abbandona alle proprie spalle quello che è diventato superfluo.

Questa, in estrema sintesi, il tema della relazione tenuta giovedì 19 marzo 2015 nell’auditorium della Scuola Secondaria di primo grado di Mortegliano dal dott. Francesco Milanese, con la quale si è accattivato le simpatie di tutto il numeroso pubblico presente. Il tema, la relazione in famiglia, trattato con vivacità da un competente mediatore familiare, ha attirato e riempito la sala e nessuno dei presenti è uscito a mani vuote. L’incontro è stato promosso dall’associazione “Una goccia” con il patrocinio del Comune di Mortegliano, del collegio IPASVI di Udine, del Gri.S. FVG, con la collaborazione dell’Auser di Mortegliano e di Apecult e la sponsorizzazione della BCC di Basiliano.
Ecco alcuni spunti raccolti durante la serata.
L’educazione è prima di tutto una relazione che si costruisce, un cammino che viene percorso insieme da tutti i membri della famiglia. Per questo il suo carattere principale è quello della gradualità, della capacità di trovare strategie che consentano ai genitori di comprendere le esperienze dei figli, con la consapevolezza che il fatto di essere stati figli a propria volta condiziona le scelte parentali. La relazione tra genitori e figli è generativa, porta alla realizzazione dell’identità del figlio.
L’identità si sviluppa dalla relazione. Non ci sono né identità né storia, se non c’è relazione. In questo senso la relazione è generativa: produce qualcosa in più, perché la famiglia non si esaurisce nella somma dei suoi membri, ma vive attraverso la qualità del rapporto e del dialogo che si sviluppano in essa.
La prima relazione di ognuno è quella con i genitori. Nei primi mesi di vita si stabilisce una relazione specialissima tra la madre e il figlio, una diade, nella quale i bisogni del neonato sono percepiti immediatamente dalla madre, ma la crescita comincia nel momento in cui la diade si spezza e l’identità del bambino assume una propria autonomia.
Il bambino raggiunge l’autonomia se il genitore è consapevole che per educare non è indispensabile essere autoritari, ma è importante dare regole che permettano al figlio di valutarne la fondatezza ed eventualmente anche di trasgredirle. Se infrangere una regola implica una sanzione, sarà una libera scelta del figlio accettare le conseguenze delle proprie azioni. La trasgressione non ha necessariamente soltanto effetti negativi, porta comunque all’affermazione di una propria identità distinta.
La regola non deve mai essere solamente un divieto, ma opportunità di relazione e di riflessione. L’azione del genitore diventa controproducente quando anticipa i bisogni dei figli, dando loro soluzioni prima ancora che essi le chiedano. In questo modo impedisce di sviluppare la consapevolezza di sé e dei propri bisogni e desideri e, di conseguenza, frena la crescita.
Il bambino non cresce se il genitore accetta passivamente ogni suo desiderio e non stabilisce regole motivate. In questo caso non si stabilisce un dialogo costruttivo: sapere di avere la possibilità di trasgredire una regola e, pertanto, di compiere una scelta, dà l’occasione di sperimentare e di progredire nel proprio cammino. Al contrario, trovare la strada spianata da ogni ostacolo fa sì che il bambino rimanga sempre in una condizione di passività e, di conseguenza, non compia alcun progresso nello sviluppo dell’autonomia. Questa carenza sta alla base della difficoltà dei figli ormai adulti di separarsi dai genitori e del fallimento di tante relazioni di coppia.
I sentimenti, le emozioni e le regole giocano un ruolo importante nelle relazioni familiari. I sentimenti, a differenza delle emozioni, hanno un ruolo duraturo e, come tale, devono essere sottoposti a “manutenzione”: tra marito e moglie è fondamentale non lasciar affievolire il sentimento che li ha uniti, ma trovare il modo di alimentarlo. La relazione si alimenta attraverso il dare, il ricevere e il ricambiare. Allo stesso modo è importante che i figli si accorgano che i genitori hanno instaurato un dialogo positivo tra loro, anche nel momento in cui litigano. Se i genitori riescono a mostrare ai figli come, dopo un litigio, si fa la pace, i figli ne trarranno un insegnamento.
Il dott. Milanese ha concluso con un aforisma: la mia libertà inizia dove inizia la tua. Il compito del genitore è quello di dare al figlio/a gli strumenti per diventare coscientemente uomo/donna e di sviluppare la capacità di essere libero/a ed autonomo/a. Maggiormente libero sarà anche il genitore, nel momento in cui conoscerà di aver dato al figlio gli strumenti per diventare veramente uomo/donna. Il padre e la madre non sostengono il figlio/a se lo rendono dipendente in ogni situazione della vita, ma se gli danno la possibilità di partire alla scoperta di ciò che vuole realizzare per sé e per la propria esistenza, e, di conseguenza, egli/lei tornerà quando sarà uomo/donna consapevole e responsabile.
Essere donne realizzate non è sempre facile e scontato nella società in cui viviamo. Molto spesso le donne si trovano sole a dover affrontare momenti difficili. Per cercare di dare risposte a queste situazioni, il prossimo appuntamento concernente “ le relazioni come risorsa” si terrà il 16 aprile 2015 con l’intervento della mediatrice culturale Diallo Kane Awa e avrà per tema “Le relazioni come strumento di sostegno tra donne. Difficoltà esistenti ed esperienze positive a confronto”.





Nessun commento: